La storia del Vin Santo di Vigoleno è una storia antica e silenziosa, nata nelle vigne del borgo di Vigoleno, tra i Ducati di Parma e Piacenza, e fermentata nelle cantine del suo castello.
Una storia che ha inizio molto tempo fa…
C’è stato un tempo buio, dicono, un tempo di vescovi e di corrotti, di duchi e di briganti che governavano le loro terre tra guerre e carestie, alleanze e tradimenti.
Un tempo di castelli e religione, armi e preghiera.
La comunità ruotava attorno alle figure sacre di frati e sacerdoti, che tra riti e cerimonie scandivano il passare del tempo e infondevano tanta speranza quanto timore. Fu proprio in questo tempo che nel borgo fortificato di Vigoleno i frati sperimentarono un nuovo metodo per la produzione di un vino denso e ambrato, durevole nel tempo.
“Vin Santo” lo chiamarono, poiché versato di lì in avanti durante le cerimonie religiose più importanti. Le uve utilizzate venivano coltivate dai contadini del contado e poi donate alla Chiesa, che le portava ad appassire e invecchiare nelle profondità degli scantinati del castello.
Il Medioevo, secolo davvero buio
I documenti parlano di XIII secolo, quando i contadini che vivevano sulle colline abbandonarono uno dopo l’altro le cascine e i campi coltivati. Le continue guerre coinvolgevano ogni singolo borgo fortificato in una lotta di tutti contro tutti, tra alleanze e tradimenti. Gran parte della popolazione fu così costretta a migrare verso la pianura, abbandonando ben 1578 pertiche di vigneto, quasi il totale dei possedimenti del borgo.
Lo stesso Vigoleno deriva infatti dal latino “Vicus Lyaeo”, villaggio consacrato a Bacco.
Anno dopo anno, all’arrivo della primavera, nessuno accorreva più nei vigneti.
Ogni anno era un’annata persa.
Nel XIV secolo si torna a coltivare la vite..
28 febbraio 1380. Viene chiamato in canonica Oddardo Visconti, uno dei pochi contadini rimasti sulle colline. Gli viene affidato un fondo di 14 pertiche con un contratto d’affitto a nome dell’Arciprete di Vigoleno, Oberto da Favale, e del prete Giorgio de Anriciis, canonico della pieve di San Giorgio. Presente il notaio Johannes de Bardi.
Avrebbe dovuto occuparsi dei vigneti, consegnando in cambio nel giorno di ferragosto alcune staia di frumento ben mondato.
Grazie al progressivo ritorno alle campagne, i vigneti vennero recuperati e riportati a produzione. Nelle cantine del castello i frati iniziarono le sperimentazioni per produrre un vino denso e ambrato.
Nasce qui la storia del Vin Santo di Vigoleno.
Le prime testimonianze scritte le troviamo sull’inventario del Castello datato 1539, nel quale si cita il consumo di un vino locale molto pregiato nelle mense del borgo. Nel 1826 Alberto Dauglas Scotti, nel libro del dare e dell’avere dei fittabili di Vigoleno cita così:“ricevuta uva da Vin Santo dal massaro, pesi diecinove e mezzo in prezzo di lire due e soldi dieci”

Il Vin Santo di Vigoleno nell’ultimo secolo
Per secoli il Vin Santo è stato monopolio della chiesa . Col declino del potere ecclesiastico le uve vennero conservate e lavorate dagli stessi contadini che le coltivavano, seguendo le indicazioni dei frati. Il Vin Santo veniva prodotto quindi in casa, per uso familiare o ancora donato alla comunità per le celebrazioni religiose.
Dal 1900, con il nuovo spopolamento della campagna a favore questa volta della città, la tradizione è rimasta nelle mani di pochi viticoltori. Fino a qualche decennio fa, il pregiato vino di un tempo veniva conservato per le grandi occasioni, o regalato ad amici e clienti, come omaggio per la visita all’azienda o ai vigneti.
Solo nel 1992 viene evidenziata la valenza storica, culturale ed enologica-organolettica del Vin Santo di Vigoleno, con la stesura di un disciplinare dedicato.
Viene prodotto oggi ancora come nel XIII secolo.
Un vino che ha il sapore del Medioevo quindi, del potere religioso, delle mani di viticoltori d’altri tempi.
Oggi le realtà produttrici sono rimaste 6,
tutte rigorosamente legate al territorio di Vigoleno e riunite in un’associazione.
Noi di Cantina Visconti siamo tra queste e con il nostro lavoro,
portiamo avanti il sapere antico dei nostri avi,
producendo un vino particolare, da far conoscere, assaggiare, contemplare.
Grazie alla storia del Vin Santo di Vigoleno si può meglio capire
il cuore di questo territorio e la mente del suo viticoltore.