Quali sono le lavorazioni eseguite per ottenere il vino?
Il nostro nasce nella vigna, seguendo le stagioni.

Carrettone di uva durante le lavorazioni per il vino a Cantina Visconti

Riconoscere, capire e ascoltare
quello che ci dice la pianta nelle varie fasi fenologiche è il metodo che ci permette di produrre un vino di qualità, che lasci intendere la sua vera natura. Fondamentale è per noi dare protezione e rinforzo alla vite, così da permetterne l’espressione più vera, per assaggiarne il gusto genuino. I nostri interventi in campo seguono una strada ben precisa, e puntano ad ottenere qualità mediante i criteri di agricoltura integrata.

Vivere in armonia con la natura
è una nostra necessità poiché i vini della Cantina Visconti
si basano su metodi di vinificazione che sfruttano pienamente tutte le proprietà naturali dell’uva raccolta.
Questa scelta comporta naturalmente più mano d’opera e maggior tempo di lavorazione. Ciononostante siamo anche consapevoli che l’attenzione di una macchina è molto meno accorta di quella di un uomo.
Riteniamo inoltre improprio l’uso massivo di prodotti fitosanitari, o l’eccessivo utilizzo di prodotti anticrittogamici. E’ nostro compito salvaguardare l’habitat esterno e interno della pianta, per non giungere mai a situazioni di sfruttamento di pianta e suolo, che porta ad un inevitabile loro impoverimento.

lavorazioni manuali in vigna - Cantina Visconti Vigoleno

La maggior parte delle operazioni vengono pertanto svolte manualmente:
potatura invernale, potatura verde, legatura, controllo della chioma fogliare.

Quel che vogliamo dalla pianta è una resa produttiva moderata che ci permette di ricavare un vino robusto e equilibrato.

Prediligiamo le viti anziane. Per questo non possiamo fare a meno di curare ed amare i nostri vigneti in ogni modo per assicurarne la longevità.
L’anzianità della vite garantisce infatti alta qualità grazie al maggior quantitativo di legno vivo presente che permette un ottimo accumulo di sostanze di riserva, utili per produrre uve ben nutrite e concentrate.

Primavera

Panorama di primavera dei colli piacentini da Cantina Visconti
La linfa vitale risveglia le gemme.
Lo vediamo a colpo d’occhio dal “pianto” dei tralci, formato dalle gocce d’acqua che traboccano dalle ferite causate dalle forbici in inverno, durante la potatura invernale. Tra marzo e aprile le gemme sbocciano in un’esplosione rigogliosa. Con la POTATURA VERDE selezioniamo i germogli ancora giovani e piccoli; quelli che lasciamo cresceranno forti e vigorosi e daranno a settembre grappoli di ottima qualità.

I primi mesi dell’anno che anticipano il caldo estivo sono i mesi primaverili di marzo, aprile e maggio, i mesi dell’IMBOTTIGLIAMENTO. Usiamo bottiglie bordolesi con tappo in sughero, riempendo così in più mandate qualche decina di unità. L’operazione va eseguita in luna calante e in giornate poco ventose, per garantire un affinamento in bottiglia più lento e tranquillo. Il locale di affinamento è scavato nel tufo, che per natura mantiene sempre fresco l’ambiente e ci permette il controllo delle temperature nei mesi più caldi.

Estate

Panorama d'estate dei Colli Piacentini da Cantina Visconti
Le temperature miti, l’elevata umidità e le piogge molto frequenti di aprile e maggio favoriscono lo sviluppo di Oidio e Peronospora, funghi molto dannosi che dimezzano la produzione e la qualità dei grappoli. Cure preventive eseguite nei momenti giusti ne limitano lo sviluppo evitando il progredire di questi patogeni. A maggio leghiamo i germogli verticalmente sul filo di banchina, LEGATURA VERDE, così da permettere alle foglie di assorbire più luce solare possibile nelle lunghe e calde giornate estive. Verrà fatto un secondo passaggio a giugno. Dopodiché, nei mesi successivi generalmente fino a metà agosto, teniamo sotto controllo lo sviluppo della chioma, sia in altezza che in larghezza, CIMATURA.

Ad agosto, in piena estate, il vino sta affinando nelle bottiglie raggiungendo piano piano la giusta bollicina.
E’ questo il momento dei preparativi: la vendemmia dell’autunno si avvicina. SANIFICHIAMO pertanto le botti, i locali e le attrezzature per farci trovare pronti. Nel frattempo prepariamo i graticci per l’appassimento delle uve del Vin Santo di Vigoleno, che raccogliamo generalmente nei primi giorni di settembre.

Autunno

Panorama d'autunno dei Colli Piacentini da Cantina Visconti
Finalmente arriva la VENDEMMIA, il premio per tutti i nostri sforzi. Nei primi giorni di settembre, raccogliamo le prime uve: la Santa Maria e la Melara, adoperate per la produzione del Vin Santo di Vigoleno. Poi seguono a gradi le uve bianche Chardonnay, Malvasia, Ortrugo, Sauvignon e Trebbiano Romagnolo e le rosse Bonarda, Barbera, Merlot e Cabernet Sauvignon, tutte vendemmiate a mano. Questo ci permette di scegliere i grappoli migliori che devono essere ben maturi, belli e privi di muffe. In caso contrario vengono buttati per terra. Da ottobre a novembre i vigneti ci regalano un ultimo spettacolo prima del lungo riposo: la chioma fogliare si tinge di tanti colori, dal verde al rosso, e le vallate dello Stirone e dell’Ongina diventano dei dipinti.

Dalla metà di settembre la cantina si prepara a ricevere le uve in arrivo dalla vigna. Bianche prima e nere poi, i grappoli vengono diraspati, pigiati e lasciati a macerare per ore (le bianche) o per giorni (le nere) a seconda delle qualità. A fine macerazione SVINIAMO il succo d’uva ottenuto TORCHIANDO le vinacce per dare ulteriore corpo e anima al prodotto ultimo. Ancora ricco di zuccheri, il “vino” viene ora fatto MACERARE una seconda volta in botti aperte per 15-20 giorni, per essere successivamente TRAVASATO e PULITO dai fondi. Le botti vengono infine chiuse per far riposare il vino fino a dicembre.

Inverno

Panorama d'inverno dei Colli Piacentini da Cantina Visconti
Le ultime foglie sono ormai cadute. Mentre le piante dormono noi gli diamo forma, POTATURA INVERNALE, la lavorazione più importante dell’anno, dove entriamo in vigna armati di forbici per decidere quali saranno i tralci della produzione dell’anno a venire, e quali quelli che daranno un futuro longevo alla pianta. A febbraio leghiamo i tralci produttivi sul filo di banchina, LEGATURA INVERNALE. Infine, aspettiamo il risveglio primaverile vangando tra i filari per far respirare il terreno ed eliminare le radici superficiali dell’anno scorso, stimolando così le radici ad andare più in profondità.

A dicembre si torna a parlare di Vin Santo di Vigoleno: le uve Santa Maria e Melara, lasciate ad appassire sui graticci per 3 mesi, vengono PIGIATE, TORCHIATE e RIMONTATE più volte. Il succo d’uva viene fatto allora DECANTARE e messo in botti di rovere dove resterà per minimo 5 anni. Nel frattempo, prepariamo il vino nuovo nelle botti per la vendita in damigiana di gennaio e febbraio, TRAVASANDOLO e PULENDOLO dai fondi creati dal freddo invernale.