Visconti 1960 uve Ortrugo di Cantina Visconti di Vigoleno

Nel 1960 nonno Pietro decide di acquistare nuovi terreni attorno al podere che già coltivava e di piantarvi dei vigneti, per intraprenderne la lavorazione e tramandarla con gli anni ai suo figli e a noi nipoti.

Che uve piantò per prime? Uve 𝑶𝒓𝒕𝒓𝒖𝒈𝒐 – “𝑎𝑙𝑡𝑟𝑢𝑣𝑎”, dicevano i piacentini. Uva da taglio insomma.
Oggi invece l’unica cosa ad essere tagliata da questo vino bianco secco, e dal gran carattere sarà il vostro palato. Nel miglior modo possibile, s’intenda

VISCONTI 1960

Ortrugo 100%

Metodo ancestrale
fermentazione naturale

vino frizzante
senza solfiti aggiunti


Vendita: damigiana e bottiglia

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il METODO

Il Visconti 1960 prodotto con uve Ortrugo è un vino che nasce da un uvaggio locale, nato e coltivato in tutta la provincia di Piacenza.
I nostri vigneti di Ortrugo, con sesto d’impianto a spalliera, riportano una media di 30 anni. Li potiamo in potatura fredda e verde con metodo Guyot singolo ad archetto – 18 gemme.
Dal sapore secco e deciso, gli acini si presentano di colore giallo tendente al verdognolo riuniti in grappoli di grandi dimensioni e ben compatti.
La vendemmia viene eseguita manualmente tra la metà di Settembre e Ottobre; possiamo così selezionare accuratamente le uve con buon grado di maturazione. Lasciamo a macerare il mosto per 24 ore e lo invecchiamo in botti di vetroresina per 3 mesi.
La macerazione, per molti troppo lunga, dona al prodotto finale il nostro classico color giallo paglierino, che non sempre rientra nei canoni della Doc Colli Piacentini che lo vorrebbe più chiaro. Per questo alcune nostre annate hanno denominazione “Visconti1960“.

Superficie vitata: 0,5 ha
Produzione: 20 hl/anno
Resa: 80 q di uva/ha

Ortrugo doc dei colli piacentini - grappoli di Cantina Visconti

la TRADIZIONE

pagina di manuale ampelografico per il riconoscimento dell'Ortrugo Doc

Le prime menzioni del vitigno dell’Ortrugo doc dei Colli Piacentini risalgono agli inizi dell’Ottocento, quando il Bramieri lo cita con il nome di “altruga” – espressione dialettale che significa ‘altra uva’ . Con questa dicitura si indicava un vitigno che a quel tempo era principalmente utilizzato come uva da taglio.

Riconoscimenti

E’ con questa accezione e con questo nome che l’Ortrugo ricompare nel Bollettino Ampelografico del 1881. Nei primi del Novecento Girolamo Molon, una delle figure più rilevanti dell’ampelografia italiana ed europea, riconosce al vitigno delle affinità con l’Ortrugo di Rovescala, nell’Oltrepò Pavese. Autore di un’ampelografia pubblicata nel 1906 che cataloga 450 varietà di viti, risulta voce autorevole nel campo.
Il definitivo nome di Ortrugo arriva però solo nel 1927, quando il professor Toni lo utilizza per la prima volta sulle pagine della rivista “Italia agricola“. L’Ortrugo è così annoverato fra i principali vitigni bianchi da vino della provincia di Piacenza. Siamo ancora lontani dall’affermazione di un vino che rimane relegato in pochi ettari e la cui uva viene solo limitatamente vinificata in purezza. Le ragioni di questo freno sono forse da ricercare anche nella grande diffusione nella stessa zona della Malvasia di Candia e del Gutturnio.

Nasce la DOC

Quando, nel 1967, nasce la DOC Colli Piacentini, l’Ortrugo è quasi scomparso, anche a causa della concorrenza di grandi vitigni internazionali come Chardonnay e Riesling. È solo negli anni Settanta, grazie all’impegno di alcuni viticoltori piacentini, che l’Ortrugo viene riscoperto. Si da avvio in quegli anni a una valorizzazione che prevede anche la vinificazione in purezza delle sue uve.
Al vitigno inizia a interessarsi anche l’Università di Piacenza e negli anni Ottanta arriva il riconoscimento della doc. Con le ultime modifiche al disciplinare di produzione dei vini doc Colli Piacentini, l’Ortrugo ha dal 2010 un disciplinare tutto suo. Vi sono riconosciute tre tipologie di vino: fermo, frizzante e spumante.

Etichettatura Ambientale

Cantina Visconti di Vigoleno - etichetta ambientale